“Novecento” è la performance di fine corso del laboratorio Quartiere Teatro, curato dall’associazione culturale Tecla di Benevento. Un riadattamento del capolavoro di Alessandro Baricco e come marinai della parola e tessitori di sogni, i corsisti del laboratorio daranno voce alla leggenda di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, l’uomo che scelse l’infinito del mare rispetto ai confini della terra.
Con la partecipazione di Alda Parrella, Grazia Luongo, Aurelia Palmieri, Francesca Castaldo, Iginio Porcaro, Vincenzo Pepe, Antonella Fusco, Elisa De Falco, Nicola Capossela, Laura Febbraro, Sebastiano Nigro, Clementina Bianchini, Cecilia Facchiano e Gabriella Formato.
Regia Linda Ocone
Note di regia
La scelta del testo “Novecento” scritto da A. Baricco non è casuale. Nato come un monologo, è un testo pieno di simboli e stimoli.
È la storia di un orfano nato su una delle navi traghetto che a inizio ‘900 portava gli immigrati di mezza Europa a cercare fortuna in America. Un bambino senza patria lasciato sul pianoforte della prima classe, trovato da un marinaio, che gli farà da padre fino all’età di otto anni, quando morirà per un incidente. Novecento è un uomo che vive sospeso tra il mare e il suo pianoforte, con il quale è in grado di rivivere ogni sensazione gli venga raccontata dai passeggeri del piroscafo. Dalla nave non troverà mai la forza di scendere, sopraffatto dalla paura di non riuscire a vedere una fine nel mondo al di fuori del piroscafo; Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce incantare i propri sogni, e lasciarsi esplodere col transatlantico.
Ho scelto questo testo, per non dimenticare che già dall’Ottocento, la povertà e le persecuzioni provocarono flussi migratori, in quel caso dall’Europa verso l’America. La maggior parte degli italiani che si imbarcavano erano contadini che arrivati in America, senza conoscere la lingua, dovevano adattarsi ai lavori più faticosi, e allo sfruttamento. Cosa è cambiato da allora? Perché si rischia la vita in mare? Oggi come allora si sfugge dalla povertà, ma anche da dittature, persecuzioni, guerre, genocidi o disastri naturali. Certo non sono italiani, ma per questo dobbiamo lasciarli in mare? Warsan Shire dice “Dovete capire che nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra”. Quindi questo spettacolo è un atto politico, in cui mi schiero a favore dell’umanità.
L’altra ragione per cui ho scelto proprio “Novecento” è per il sotto testo. Novecento parla della difficoltà e della importanza di scegliere. Dipende solo da noi se viaggiare o meno, restare immobili o cercare di crescere, stare saldi nel nostro quotidiano o salire su una nave che porta lontano, cercare mattone dopo mattone di costruire quello che siamo. Noi vogliamo scendere da quella nave dove tutto è immobile, e affrontare la vita perché a restare fermi nel passato porta solo a scoppiare!
Linda Ocone





Foto di Valentina Leone ©